Breve profilo di p. Léon Dehon (1843-1925)
Figlio di una famiglia benestante nel Nord della Francia (La Capelle), Léon Dehon decide contro il volere di suo padre di rispondere alla chiamata al sacerdozio. Conclude i suoi studi a Parigi e Roma con i dottorati in giurisprudenza, teologia, diritto canonico e filosofia. Nel 1871 inizia il suo ministero come vicario nella città operaia di Saint-Quentin. Le condizioni di vita e l’allontanamento degli operai dalla Chiesa lo spingono a promuovere numerose iniziative sociali e educative (oratorio per giovani operai, costruzione di case per operai, circoli di studi sociali...). Sempre di più impegnato nella pastorale sociale sente il bisogno di una vita comunitaria radicata nell’esperienza di un Dio Amore nel segno del Cuore di Cristo. Così nel 1877 non solo fonda il collegio San Giovanni ma pure la Congregazione degli Oblati del Sacro Cuore, più tardi rinominati Sacerdoti del Sacro Cuore. Mentre nella sua spiritualità la tradizione della Scuola Francese (Bérulle) lo spinge a una vita di unione con Cristo, la tradizione ignaziana gli dà la capacità di vivere quest’unione e renderla feconda in mezzo a una società in piena mutazione. Sono soprattutto queste due tradizioni che lo sensibilizzano alla presenza o assenza di Dio in mezzo ad un mondo caratterizzato dalla questione sociale. La contemplazione del costato trafitto di Gesù infine rivela a Dehon il mistero di un amore che si fa solidario con la sorte di quanti sono oppressi e marginalizzati, soprattutto gli operai. Nel 1889 inizia la pubblicazione di un periodico con un titolo programmatico “Il Regno del Cuore di Gesù nelle anime e nelle società”. Quando due anni dopo il Papa Leone XIII pubblica l’enciclica Rerum Novarum, lo stesso Pontefice invita P. Dehon a predicare le sue encicliche.
Quindi Dehon negli anni 90 mette tutte le sue energie al servizio della formazione sociale del clero attraverso congressi, seminari e pubblicazioni, sollecitandoli ad “uscire dalle sagrestie” e ad “andare al popolo”. Il suo “Manuale Sociale Cristiano” diventa un commento autorevole della Rerum Novarum. Nel movimento della Démocratie Chrétienne cerca di convincere i cattolici di aderire al sistema democratico e lotta per una società più giusta. Tale impegno trova la più autentica espressione nella sua definizione di Démocratie Chrétienne come “il regno della giustizia e della carità per il bene di tutti, con una particolare attenzione per gli operai e per i poveri... La democrazia cristiana, è il trionfo del Vangelo, è il regno del Sacro Cuore.” (“Le Règne du Cœur de Jésus dans les âmes et dans les sociétés”, aprile 1898, Chronique). Riconoscendo l’impegno del Dehon, il Papa Leone XIII lo nomina Consultore all’Indice.
Nello stesso tempo Dehon cerca di consolidare la sua giovane Congregazione che cresce continuamente. Fin dall’inizio manda confratelli in missioni lontane e quando nel 1903 i Sacerdoti del Sacro Cuore sono espulsi dalla Francia, la loro presenza in Belgio, Lussemburgo, Olanda, Brasile, Congo e Italia assicura una vita oltre la tragedia francese. Nel 1906 arriva il riconoscimento definitivo della sua Congregazione da parte della Santa Sede. Gli ultimi anni della sua vita sono segnati dalla Guerra Mondiale e le conseguenze per le sue opere e la sua Congregazione. Nello stesso tempo intensifica la sua attività come autore spirituale, riflettendo così un’ulteriore approfondimento della sua vita spirituale in chiave trinitaria. Anche dopo aver lasciato la scena pubblica dell’attività sociale, rimane fedele alla dimensione contemplativa-attiva che caratterizza la sua vita. Così scrive nel 1910: “Sono stato guidato dalla Provvidenza ad aprire diversi solchi, ma due soprattutto lasceranno una impronta profonda: l’azione sociale cristiana e la vita d’amore, di riparazione e d’immolazione al Sacro Cuore di Gesù. I miei libri, tradotti in diverse lingue, fanno giungere dovunque questa doppia corrente sgorgata dal Cuore di Gesù. Deo gratias!” (NQT XXV/1910, 33). Ai suoi confratelli chiede di continuare questa vita d’amore in favore dei poveri, essendo convinto che per Gesù “i poveri sono altri lui stesso" (“les pauvres sont d’autres lui-mêmes”). Il 12 di agosto 1925 Léon Dehon muore a Bruxelles. Oggi circa 2200 Sacerdoti del Sacro Cuore (Dehoniani) sono presenti in più di 40 paesi in tutto il mondo.
Stefan Tertünte